vittorio polito
giornalista pubblicista scrittore
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Bari citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia e altre curiosità,    Giornaledipuglia.com 25 marzo 2020
Oggi si celebra per la prima volta il “Dantedì”, la giornata dedicata a Dante Alighieri, recentemente istituita dal Governo, giorno che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia. Ricordare il sommo Poeta, simbolo della cultura e della lingua italiana, è un modo per unire ancora di più il Paese in questo difficile momento.
L’appuntamento è per le 12 di oggi in cui siamo tutti chiamati a leggere Dante e a riscoprire i versi della Commedia e sarà l’orario di punta per le celebrazioni che proseguiranno durante tutta la giornata sui social con letture, performance e curiosità dedicate a Dante.

Mi piace partecipare all’evento con alcune curiosità su Dante.
Bari può essere orgogliosa di essere stata citata da Dante Alighieri nella sua Divina Commedia, citazione che la Puglia divide solo con Brindisi e che molte città famose ci invidiano.  Quanto affianco è riportato da Armando Perotti nel suo volume “Bari dei nostri nonni”
[image:image-0]Quanto affianco è ricordato anche da Nicola Roncone nella sua corposa pubblicazione “L’Istria e la Puglia negli Studi di Francesco Babudri”, nella quale si legge che la nostra città non è citata come un insignificante inciso, ma come termine essenziale nella trafila di un discorso in uno dei più delicati canti del Paradiso, l’ottavo, in cui traspira il dramma della mancata vita di un principe magnifico, Carlo Martello, il quale se fosse vissuto più a lungo, avrebbe saputo compiere tante belle imprese di pacifica e proficua politica. In questo ambiente di luce appare il nome di Bari, circoscrivendo una configurazione politica di grande momento.
[image:image-0]E per restare ancora con Dante, ecco un’altra curiosità relativa alle “Crittografie mnemoniche dantesche”, riprese dal volume di F. Comerci e M. Cosmai «Italiano a doppio senso».
Il termine crittografia deriva dall’unione di due parole greche: “kryptós” che significa nascosto, e “gráphein” che significa scrivere. Pertanto la crittografia tratta delle “scritture nascoste”, ovvero dei metodi per rendere un messaggio “offuscato” in modo da non essere comprensibile a persone non autorizzate. Tale messaggio si chiama comunemente crittogramma.
La crittografia, secondo il Vocabolario Treccani, è una scrittura segreta, cioè tale da non poter essere letta se non da chi conosce l’artificio fisico e logico usato nel comporla.
Cosa che hanno fatto i due autori riprendendo da periodici enigmistici una serie di crittogrammi e riportati nel testo citato, e che solo a mo’ d’esempio ne indicherò qualcuno (soluzione, crittogramma, fonte, autore), riferito appunto alla Divina Commedia di Dante Alighieri, insieme ai nomi fittizi degli stessi autori dei giochi.
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