vittorio polito
giornalista pubblicista scrittore
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Bari, inaugurato sul Lungomare il ‘Pescobar’, una nuova attività di fast food ittico     Giornaledipuglia.com 7 giugno 2017   

Ha aperto i battenti a Bari, nel sontuoso Palazzo Colonna, che si affaccia sul bel Lungomare Araldo Di Crollalanza, una nuova e originale attività di fast food, il “Pescobar”.

Il fast food, cioè cibo veloce, è nato negli Stati Uniti e si è velocemente esteso in tutto il mondo, a prescindere dalla cultura e dagli usi locali che ha attratto e attrae persone di ogni età e condizione sociale che hanno tempi limitati da riservare al tradizionale pranzo.

Il ‘Pescobar’, che è una novità assoluta per Bari, è un locale fast food di pesce crudo e cotto, crostacei, carpacci e frutti di mare. Tratterà frittura di pesce, di ostriche e di vari altri molluschi. In più, panini di pesce con carpacci, tartare e frutti di mare crudi, di astice e aragosta. Altra novità assoluta panini con krab (polpa di granchio greco al 100%), un crostaceo che si distingue per la sua prelibatezza e definito “il re dei granchi”.  Inoltre possono gustarsi aperitivi di mare accompagnati da spritz e bollicine, buon vino bianco e rosso a calice e fantastiche birre artigianali, direttamente sul nostro meraviglioso Lungomare e nel cuore della movida Barese. Insomma una nuova attività che non poteva mancare nella città di Bari.

Il signor Carofiglio, titolare del “Pescobar”, dichiara “L’idea del fast food nasce per abbracciare quella fetta di clientela, per lo più giovane, che preferisce gustare al volo e in maniera libera e informale i prodotti del mare. I giovani si sono avvicinati molto al pesce, preferendolo alla carne, ma sempre in maniera mordi e fuggi e accompagnato da una buona birra artigianale o da un calice di ottimo vino”.

Per coloro, invece, che hanno tempo a disposizione, possono recarsi alla “Pesciera” (stessa gestione), il famoso “Ristofish” di Bari

(Via De Rossi ang. Nicolai), ove è possibile gustare in tutta tranquillità un pasto a base di crostacei e pesce crudo e cotto, che si può anche acquistare per asporto. Insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta e il tempo disponibile.


E, infine, ricordate che “il pesce va mangiato quando è fresco”.

La pesca dei ‘krab’, i prelibati granchi definiti anche “gioielli del mare”, viene effettuata nel rispetto della loro pregevolezza. Si effettua con nasse o trappole, grandi strutture in acciaio coperte di rete, in cui vengono introdotte le esche per rimanervi due o tre giorni. Vengono quindi ritirate con attrezzature di sollevamento idrauliche e mantenuti in vita in vasche con acqua di mare a bordo degli stessi battelli.

Il Krab non va confuso con il surimi che è altra cosa. Il surimi, nato in Giappone qualche secolo fa come merluzzo tritato, è oggi un “surrogato di granchio" dove la presenza di pesce non supera il 30-40% ed è l’equivalente ittico del ‘pink slime’ una poltiglia di avanzi di lavorazione usata nei wurstel e in alcuni piatti di pollo, costituito essenzialmente da ‘fish slime’, cioè da scarti industriali lessati, con aggiunta di addensanti compresi gli aromi e gli esaltatori di sapore. Il surimi è composto di pesci di diverso tipo, la cui carne viene macinata e disposta in strati avvolti da alcune parti del pesce o da alghe e foglie, mentre quello industriale si presenta sotto forma di cilindretti bianchi all’interno e arancioni all’esterno.

Il carpaccio, invece, è la tecnica di cottura a freddo o di marinatura della carne o del pesce, più o meno quello che oggi ci preparano i ristoranti.

Si racconta che in occasione di una mostra del pittore Vittore Carpaccio (1465-1525), a Venezia, una nobildonna, non potendo mangiare cibi cotti, chiese al ristoratore di prepararle un piatto appetitoso.

Lo chef Giuseppe Cipriani dell’Harry’s Bar di Venezia, preparò delle sottilissime fettine di controfiletto di manzo condite con sale, pepe, limone e varie spezie, che la nobildonna gradì moltissimo. La pietanza incontrò anche il gradimento di altri avventori reduci dalla mostra. Il “piatto” prese così il nome di “Carpaccio”.


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