vittorio polito
giornalista pubblicista scrittore
Vai ai contenuti
Concorsi a cattedra truccati, una storia che viene da lontano   Giornaledipuglia.com 26 settembre 2017  
Ancora una volta torna d’attualità il problema dei concorsi universitari truccati. Da quello che si legge nei mass media si evince che non è una novità il malcostume esistente negli ambienti accademici in relazione all’assoluta libertà che hanno i docenti. Non devono, infatti, dar conto a nessuno del proprio operato.

Va anche detto che certi giochi si sono sempre fatti non solo nelle Università. I concorsi truccati universitari e le assegnazioni tramite finti “concorsi” sono state fatte sempre a tavolino. La novità sta nel fatto che qualche concorrente è stato tradito ed allora sono scattate le denunce scoprendo così gli altarini. Qualcuno l’ha definita la “mafia dei baroni” (L’Espresso), e “gli addetti ai lavori” troveranno sempre la strada per truccare i concorsi.

Sette docenti universitari sono stati arrestati per reati corruttivi dalla Guardia di Finanza di Firenze, nell’ambito di un’inchiesta su concorsi truccati e assegnazione di cattedre. Le misure sono scattate a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, disposta dal gip su richiesta dei Pubblici Ministeri fiorentini Luca Turco e Paolo Barlucchi. Tra gli indagati nell’inchiesta, denominata «Chiamata alle Armi», ci sarebbe anche l’ex ministro Augusto Fantozzi. Titolare del dicastero delle Finanze nel governo Dini e di quello del Commercio con l’estero nel primo governo Prodi.

Sono 29 le misure cautelari disposte dai finanzieri a carico di altrettanti docenti universitari di diritto tributario su tutto il territorio nazionale: 7 sono finiti agli arresti domiciliari, per altri 22 è scattata l’interdizione dall’insegnamento per un anno. Sono anche state eseguite 150 perquisizioni in tutta Italia. Gli indagati sono complessivamente 59. L’accusa per tutti è corruzione.
È appena il caso di ricordare l’Ordinanza della Corte di Appello di Roma – Sezione Prima Penale – dell’8 ottobre 2004, a proposito di un concorso a cattedre universitarie (raggruppamento F 1500) che dichiarò “falso in ogni sua determinazione”, annullando il concorso nel quale erano risultati falsamente idonei 16 candidati e falsamente non idonei altri 16. Tra i primi 16 un docente della Facoltà di Medicina di Bari.


Ma di che vi meravigliate? Basterebbe iniziare, tanto per cominciare, a modificare i regolamenti per i professori universitari come avvenne a Bologna nel lontano 1317, inserendo restrizioni e controlli, come ricorda Narcia Colish nel volume «La cultura del medioevo» (Il Mulino), a proposito di una ribellione di studenti contro i professori per ottenere la fornitura dei servizi pedagogici.


Infatti, fu imposto ai docenti di: «…non lasciare la città senza prima depositare una tassa presso il governatorato degli studenti che ne garantisse il ritorno. A loro era richiesto di insegnare per l’intero periodo di lezione, senza arrivare tardi o lasciare la classe in anticipo; dovevano coprire gli argomenti previsti dai loro programmi pienamente ed in modo sistematico, senza omettere nulla o lasciare le parti difficili alla fine del percorso, o saltarle. Se un professore attirava cinque studenti o meno ad una lezione, veniva multato come se avesse cancellato la lezione. Attraverso questi sistemi gli studenti di Bologna si assicuravano di avere ciò per cui avevano pagato».
Torna ai contenuti