vittorio polito
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La storia illustrata della lingua italiana   Giornaledipuglia.com 3 agosto 2018        
Una recente  sentenza della Corte Costituzionale (n. 42/2017), ha affermato che “le  legittime finalità dell’internazionalizzazione non possono ridurre la  lingua italiana, all’interno dell’università italiana, a una posizione  marginale e subordinata, obliterando quella funzione, che le è propria  di vettore della storia e dell’identità della comunità nazionale, nonché  il suo essere, di per sé, patrimonio culturale da preservare e  valorizzare”. In realtà la lingua italiana ha una storia lunga molti  secoli, milioni sono le persone che la utilizzano nei pensieri e nelle  parole, sia nelle professioni che nella vita comune.

Meritevole quindi l’iniziativa di Luca Serianni (già docente alla  “’Sapienza’ di Roma), e Lucilla Pizzoli (docente all’Università per gli  studi internazionali di Roma - UNINT), che hanno recentemente pubblicato  per Carocci Editore, l’interessante volume “Storia illustrata della  lingua italiana”, un testo utilissimo non solo per gli “addetti ai  lavori”, ma per tutti, scritto con semplicità e illustratissimo.
Il testo accompagna il lettore, soprattutto non ‘specialista’, in un  viaggio che rende visibili, attraverso un ricco corredo di immagini, le  mille voci ed i mille volti di coloro che nel corso del tempo hanno  plasmato e poi reso vitale e creativa una delle lingue di cultura più  apprezzate nel mondo, destando il suo interesse per la lingua italiana  ben oltre la curiosità superficiale e la rivendicazione di appartenenza.  In sostanza serve per apprezzare di più chi ha saputo magistralmente  modellare in precedenza l’italiano.

La rinnovata attenzione per la visibilità della lingua si inserisce in  una più ampia riflessione sulla possibilità di rappresentare, anche in  forma museale, beni considerati immateriali. Dopo che, nel 2003, l’ UNESCO ha inserito la lingua tra i segni della cultura nazionale dei  paesi (nella Convenzione internazionale per la salvaguardia del  patrimonio culturale immateriale), sono sorti numerosi musei dedicati a  lingue nazionali in paesi lontani tra loro per storia e tradizioni  (anche per lingue molto meno diffuse dell’italiano: oltre all’afrikaans,  al quale è stato dedicato un museo nel 1975, anche danese, occitano e  lituano) e ancora molti progetti sono in corso di realizzazione per  descrivere il patrimonio delle lingue: l’attenzione al plurilinguismo,  alla biodiversità linguistica, va di pari passo con la consapevolezza  che la tutela dei diritti linguistici rientri tra i mezzi efficaci a  garantire la pacifica convivenza tra i popoli.


Gli autori hanno trattato moltissimi argomenti con molta semplicità e  comprensibili per tutti: partendo dalla nascita della lingua italiana,  alla lingua parlata, che è stata sempre molto diversa da quella scritta,  all’influenza e al contributo delle lingue straniere all’italiano e,  infine, alla lingua italiana nel mondo, e lo hanno fatto arricchendo i  temi citati in numerosi altri argomenti, tra i quali non hanno  tralasciato il dialetto nell’Italia di oggi,

Scrivono gli autori che “I dialetti restringono a poco a poco il loro  ambito d’uso, arrivando sul finire del secolo a trovarsi in posizione  marginale nella comunicazione. Eppure, è proprio il pieno predominio  dell’italiano da parte della stragrande maggioranza della popolazione a  rendere possibile il rilancio di un nuovo uso del dialetto, visto ora  non più come il registro inevitabile di chi non sa usare l’italiano, ma  come quello di chi, ormai pienamente italianizzato, lo usa  consapevolmente per dare espressività e autenticità al proprio  discorso”. Vi pare poco?

In ogni caso gli autori hanno scritto un testo, in parte tecnico, alla  portata del comune di tutti, arricchendolo con moltissimi argomenti e  immagini che rendono fruibile a tutti la comprensibilità. Da non  perdere.
                   
Divisa in quattro sezioni, Dal latino all’italiano, L’italiano tra scritto e parlato, Le lingue straniere nell’italiano e L’italiano nel mondo, La storia illustrata della lingua italiana di Luca Serianni e Lucilla Pizzoli, pubblicata da Carocci, si offre come un’agile descrizione dell’evoluzione dell’italiano, partendo dalla constatazione che “molti italiani, pronti a incensarne le meraviglie si servono poi della lingua madre senza troppi riguardi”. Scrivono i due autori: “vedere come funziona l’italiano è un po’ come assistere gli architetti che hanno progettato il Colosseo o guardare Leonardo alle prese con i pennelli. Ci serve per apprezzare di più chi ha saputo modellare magistralmente l’italiano e anche, perché no, per provare a metterci alla prova con gli stessi attrezzi e gli stessi pennelli adattandoli con creatività ai nostri giorni”. Da Dante Alighieri a Italo Calvino, dal Placito Capuano alle scritte sui muri, dall’influenza del latino a quella dell’inglese, una serie di itinerari che ci aiutano a prendere consapevolezza delle potenzialità del nostro principale mezzo espressivo

Luca Serianni ha insegnato per oltre trent’anni Storia della lingua italiana alla Sapienza Università di Roma; è vicepresidente della Società Dante Alighieri, accademico della Crusca e dei Lincei, direttore di riviste scientifiche e autore di numerosi contributi sull’italiano antico e moderno, letterario e dell’uso.

Lucilla Pizzoli Insegna Linguistica italiana all'Università per gli studi internazionali di Roma (UNINT) e collabora con la Società Dante Alighieri per la promozione della lingua italiana. Tra i suoi interessi, la grammaticografia storica (ha pubblicato Le grammatiche di italiano per inglesi, 1550-1776: un’analisi linguistica, Accademia della Crusca, Firenze 2004) e l’italiano all'estero.
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