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San Valentino e San Faustino proteggono innamorati e single    Giornaledipuglia.com 10 febbraio 2019
Perché il 14 febbraio è diventato il giorno degli innamorati? La risposta è data da una simpatica tradizione che viene dai paesi anglosassoni. Nel Medioevo, infatti, si riteneva che in questo giorno gli uccelli, avvertendo i primi tepori primaverili, cominciassero a nidificare, quindi si disse che la festa di San Valentino segnava l’annuale risveglio della vita e quindi dell’amore. Fu così che il Santo è stato adottato come patrono e protettore degli innamorati di tutto il mondo.
Ma pare che anche gli innamorati delusi hanno un protettore che, secondo una leggenda dell’area tarantina, è riconoscibile in San Vito e si festeggia il 15 giugno.
La notorietà di San Valentino quale patrono degli innamorati deriva, oltre che dalla famosa storia di Serapia e Sabino, anche da altre storie e curiosità nelle quali sono interessati anche bambini, colombi ed anche l’Amleto di Shakespeare.
La più antica notizia su San Valentino è in un documento ufficiale della Chiesa dei secoli V-VI nel quale si legge il suo anniversario di morte.
Ancora nel sec. VIII un altro documento narra alcuni particolari del martirio: la tortura, la decapitazione e la sepoltura, ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, il successivo martirio di questi e la loro sepoltura.
Altri testi del sec. VI, raccontano che San Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita, per la carità ed umiltà, per lo zelante apostolato e per i miracoli che fece, venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio ed al figlio del Prefetto della città.
Mentre finora la vicenda del Santo era collocata tra il 197, data della sua consacrazione episcopale, ed il 273, data del suo martirio, rendendo difficile pensare che abbia esercitato l’episcopato per oltre settant’anni, ora la data del martirio è stata fissata intorno alla metà del IV secolo.
Il suo corpo fu dai discepoli sepolto a Terni (Fonte: www.santiebeati.it).
Dopo San Valentino, festa degli innamorati, oggi in virtù della “par condicio” è stata istituita anche la festa di San Faustino, protettore dei ‘single’ che si festeggia, guarda caso, il 15 febbraio, come per una ideale continuità. E, dal momento che essere ‘single’ è diventata quasi una norma, e non mi riferisco solo ai pensionati abbandonati al loro destino, ma anche a persone, professionalmente impegnate, che per scelta di vita o per difficoltà ad incontrare una gradevole compagnia restano soli, un breve cenno merita anche San Faustino, Patrono di Brescia.
Fino alla recente riforma del calendario venivano festeggiati in questo giorno i Santi Faustino e Giovita. Il Martirologio Romano diceva: «A Brescia si festeggia il natale dei santi Martiri Faustino e Giovita, fratelli, i quali sotto l’imperatore Adriano, dopo molti combattimenti sostenuti per la fede di Cristo, ricevettero la vittoriosa corona del martirio». Gli estensori del nuovo calendario hanno però espresso questo severo giudizio: «La memoria dei Santi Faustino e Giovita, introdotta nel Calendario romano nel sec. XIII, viene cancellata: si tratta dei martiri bresciani Faustino e Giovenza, dei quali si possiedono degli Atti interamente leggendari; in essi Giovita viene ritenuto diacono, benché fosse una donna».
Per l’occasione il 15 febbraio, a Brescia, si svolge la tradizionale e popolarissima Fiera di San Faustino, con oltre 600 bancarelle che occupano il centro e la folla (si parla di 150-200 mila persone) che non mancherà di rispondere all’appello di una città che per l’occasione propone anche celebrazioni religiose nella Basilica dedicata ai patroni Fustino e Giovita.

Al di là di quello che prescrive il calendario, i due martiri sono raffigurati spesso in veste militare romana con la spada in un pugno e la palma del martirio nell’altra, in altre raffigurazioni sono in vesti religiose, Faustino da presbitero, Giovita da diacono. Di storico vi è l’esistenza dei due giovani cavalieri, convertitisi al cristianesimo, tra i primi evangelizzatori delle terre bresciane e morti martiri tra il 120 ed il 134, al tempo di Adriano. Il loro culto si diffuse verso l’VIII secolo, periodo in cui fu scritta la leggenda, prima a Brescia e poi per mezzo dei longobardi in tutta la penisola ed in particolare a Viterbo. Così anche i cuori solitari hanno il loro buon protettore.
San Valentino, che è anche Patrono di Vico del Gargano, è un martire e Michele Biscotti lo ricorda nel suo libro “San Valentino Prete”, nel quale fa un’ampia storia del Santo degli innamorati, senza trascurare in modo particolare gli eventi particolari legati a quel Santo nel paese garganico.

Il volume è ricco di notizie e documentazioni, frutto di appassionate ricerche, insomma i seguaci del Santo degli innamorati potranno apprendere tante curiosità sul loro protettore, non sempre diffuse dai media.

Curiosità.    Alcune fonti sostengono che San Valentino è ricordato nella ‘Legenda Aurea’ di Jacopo da Varazze (o da Varagine). La ‘Legenda Aurea’ (spesso italianizzata per assonanza in Leggenda Aurea con evidente slittamento di significato), è una raccolta medievale di biografie agiografiche scritta in latino. Jacopo da Varazze fu anche frate domenicano e vescovo di Genova.

Sembra che Valentino sia stato punito anche per aver sposato segretamente giovani coppie di modo che i mariti non dovessero andare in guerra. Ciò era sufficiente per essere considerato nemico dell’imperatore.

Pare che John Spratt, provinciale carmelitano in Irlanda, portò il reliquiario contenente il corpo di San Valentino e un piccolo recipiente con il suo sangue nella chiesa carmelitana di Whitefriar Street, a Dublino, dove si può vedere ancora oggi. Nel reliquiario ci sono solo alcuni resti del santo (e il recipiente), racchiusi in una piccola scatola sigillata con la cera, con un fiocco di seta rosso intorno.

A Valentino, per aver rifiutato di rinnegare Cristo, gli fu presumibilmente attribuito il soprannome di Valentinus, che significa approssimativamente “colui che mostra grande coraggio”.
Prima di essere decapitato, aggiunge la ‘Legenda’, ridiede la vista e l’udito alla figlia del suo carceriere. Era il 14 febbraio dell’anno 269.

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