vittorio polito
giornalista pubblicista scrittore
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Grazie Vito per quello che hai dato e darai ancora con le tue infinite pubblicazioni alla tua città ed ai baresi.
Te ne saranno sicuramente grati e certamente pregheranno per la tua anima buona.
Ai familiari del grande Vito le condoglianze di Barisera e mie personali, al quale ero legato da profonda e sincera amicizia.
Da   del 5 marzo 2009, pag. 10.
L’addio allo storico e commediografo barese: è scomparso uno di noi;
Vito Maurogiovanni

Vito Maurogiovanni, scrittore, giornalista, commediografo e sceneggiatore, la grande memoria storica della nostra città non è più tra noi. Bari perde uno dei suoi grandi e amati figli che sapeva tutto sulla nostra città, sui personaggi, sui fatti, sulla storia. La sua innumerevole produzione letteraria su varie materie: teatro, dialetto, commedie, sopravvivrà sempre a se stesso a testimoniare la sua “immortalità”.In occasione di una festa organizzata dal Teatro Abeliano per i suoi 80 anni tutti furono d’accordo a dichiarare la sua profondità culturale, mai ostentata, la sua fede, la sua umiltà, la sua bontà. Giorgio Otranto, docente universitario, presente quella sera, sottolineò le non comuni doti delloscrittore nel trarre dal dialetto la baresità, anche perché le sue opere sono tratte dalla quotidianità della piccola gente.
Ogni lettore che abbia superato i cinquant’anni ricorderà sicuramente molti fatti e personaggi che si sono avvicendati nella nostra città, ben descritti nel volume “Cantata per una città” (Levante Editori), pubblicazione nella quale Maurogiovanni esprime tutto l’amore per la sua città. Forse il capitolo più importante per Maurogiovanni, era considerato “Suonavano le fisarmoniche... (fatti, personaggi e cose viste di via De Rossi)”, la strada in cui l’autore è nato e vissuto e che definiva “bella via mia”, ove era ubicato «l’“Antico Caffè”, con il lampione rosso, i divani rossi, i quadri dei Mille tutti commossi naturalmente in camicia rossa. E un lampione bianco, luminoso, che s’accendeva nelle grandi occasioni», un bar, come diciamo oggi, che rappresenta un po’ la vita dell’autore, poiché dal 1860 al 1939 al civico 119 è stato ubicato quell’Antico Caffè di G. Maurogiovanni, oggetto anche di una commedia dialettale. Una volta molte attività commerciali si svolgevano in locali adibiti a casa e bottega. Gianni Cavalli nella presentazione, sostiene, tra l’altro, che «I fatti narrati dall’autore, pur appartenendo alla storia personale della famiglia Maurogiovanni, possono essere benissimo la storia delle nostre famiglie. Una delle pagine più poetiche è quella dedicata alla “brioches di mia madre”, lirismo e praticità si fondono e si amalgamano a meraviglia dando origine ad una libidine olfattiva di cui il lettore non riesce a liberarsi».

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